Il 22 dicembre 2023, ultimo giorno di scuola prima delle vacanze natalizie, le classi prime della scuola secondaria dell'Istituto Comprensivo Calò di Ginosa, hanno visitato il museo Marta di Taranto, fondato da Luigi Viola, un archeologo che nel 1880 diede il via agli scavi nell'attuale borgo di Taranto.
Il palazzo che oggi ospita i Museo era inizialmente un ex convento dei frati alcantarini, costruito poco dopo la metà del XVIII secolo.
La guida che ci ha accompagnato, ha spiegato che i reperti sono stati ritrovati nel territorio circostante, anche in quello di Ginosa.
Il tour è iniziato con il racconto del mito di Orfeo e delle sirene che nella mitologia classica erano donne uccello, mentre Orfeo era il più grande musicista.
Continuando la visita abbiamo potuto ammirare statue della mitologia greca, come Zeus che cammina mentre lancia una saetta, statuetta molto diversa dalle altre, sempre rappresentate con uno sguardo ieratico e anche in posizione eretta.
Tra i vari tesori che si trovano all'interno del museo, ci sono anche ritrovamenti della grotta delle Veneri, sita in provincia di Lecce. Le veneri sono le dee della fertilità.
Mentre ci spostavamo da una zona all'altra, la guida ci ha raccontato anche delle origini della fondazione di Taranto e delle due diverse versioni. La prima è una leggenda che narra di un giovane che un giorno vide uscire dal mare di Taranto un delfino e quindi pensò che quel luogo fosse sicuro e vi fondò la città, mentre la seconda versione, quella reale, è legata agli spartani che l'hanno fondata nel 706 a.C.
Nella parte del museo dedicata ai manufatti risalenti all'epoca della Magna Grecia sono custoditi i crateri, rappresentanti divinità greche. Tra le tante rappresentazioni spiccano
“La nascita di Dioniso”, che è raffigurato mentre fuoriesce dalla coscia di Zeus; e il mito di Bellerofonte, su Pegaso, il cavallo alato, che uccide Chimera.
Particolari le maschere apotropaiche, facce mostruose che si usavano per allontanare le energie negative.
Uno dei tanti tesori è la tomba dell’atleta, un uomo campione dei giochi olimpici nella specialità del Pentathlon, morto probabilmente a 35 anni avvelenato da arsenico, all’epoca usato come antenato del doping.
Nonostante siano passati tanti secoli, la tomba custodisce lo scheletro in perfetto stato di conservazione, grazie al quale è stato possibile ricostruire l’aspetto fisico.
Gli ori, poi, sono la più preziosa testimonianza del raffinatissimo lavoro degli orafi del tempo, sono sorprendenti ed elaboratissimi, il più famoso è l'orecchino a navicella.
I reperti trovati, custoditi all’interno del museo, illustrano un periodo storico lungo e affascinante, grazie ai quali si è potuto ricostruire la storia di un territorio.
Tutti i reperti sono in ottimo stato, e sono davvero una ricchezza del nostro patrimonio.
Terminata la visita al museo, siamo andati a Piazza Castello di fronte alla quale si trovano le colonne doriche, che facevano parte di un tempio dell’età magnogreca dell'inizio del sesto secolo a.C., un grande luogo di culto dedicato probabilmente a una divinità femminile. Era uno dei templi che occupava l'Acropoli della città.
Attraversando la strada, e passando dalle mura antiche, ci siamo fermati nell’atrio del Palazzo dei nobili Lariccia, e quindi siamo tornati al Castello Aragonese, una splendida costruzione con affaccio sul mare
È stata una giornata intensa, ricca di informazioni e curiosità, e per me una scoperta dei tesori che arricchiscono il nostro territorio.
Costantino Flavia
Classe 1^A Sc. Sec. I gr
Comments